Pinot Gallizio
- Mostra
- 20 Settembre 2007 - 18 Novembre 2007
La GAM presenta, ad apertura della stagione espositiva autunnale, un importante ciclo pittorico di Pinot Gallizio, ottenuto in comodato per le proprie collezioni, grazie all'iniziativa della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT, che ha convinto i proprietari dell'opera alla sua concessione.
Il ciclo pittorico, intitolato: La Gibigianna, fu realizzato da Pinot Gallizio all'inizio del 1960, e costituisce un tornante decisivo nella sua esperienza artistica. A pochi mesi di distanza dall'allestimento a Parigi della Caverna dell'Antimateria, Gallizio lasciava emergere nella sua pittura una vena narrativa che in forme implicite era presente già negli anni precedenti, in singoli dipinti e in alcuni dei rotoli di pittura industriale. Se la pittura industriale aveva rappresentato il momento di più intenso confronto con la critica situazionista alla mercificazione dell'arte, nella Caverna le connessioni si erano estese alla fisica quantista e alla riflessione antropologica.
Dopo aver dilatato a scala ambientale le potenzialità di una pittura dalla forte componente gestuale, nella Gibigianna Gallizio tornava a misurarsi con la dimensione più concentrata del quadro, senza tuttavia rinunciare a ipotizzare un rapporto significativo tra i dipinti e lo spazio destinato ad accoglierli, in cui essi si collocano come un fregio narrativo avvolgente e a suo modo monumentale. Nelle sette tele presentate nel 1960 alla galleria Notizie di Torino, cui nei mesi successivi se ne aggiunse un'ottava, lo spunto autobiografico si intreccia a figure della cronaca e della cultura popolare, dallo Sputnik al rock and roll, senza che la materia cromatica e la forza espressiva del gesto perdano intensità e varietà.
Il ciclo completo fu presentato e acquisito nel 1962 dal gallerista Otto van de Loo di Monaco di Baviera, che ne ha fino a oggi preservata la completezza, ed è stato da allora esposto in Italia solo in occasione della retrospettiva che la Galleria d'Arte Moderna di Torino dedicò all'artista nel 1974, a dieci anni dalla sua scomparsa.
L'esposizione, realizzata con il sostegno finanziario della Fondazione CRT, sarà accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo introdotto e curato da Maria Teresa Roberto.
Il ciclo pittorico, intitolato: La Gibigianna, fu realizzato da Pinot Gallizio all'inizio del 1960, e costituisce un tornante decisivo nella sua esperienza artistica. A pochi mesi di distanza dall'allestimento a Parigi della Caverna dell'Antimateria, Gallizio lasciava emergere nella sua pittura una vena narrativa che in forme implicite era presente già negli anni precedenti, in singoli dipinti e in alcuni dei rotoli di pittura industriale. Se la pittura industriale aveva rappresentato il momento di più intenso confronto con la critica situazionista alla mercificazione dell'arte, nella Caverna le connessioni si erano estese alla fisica quantista e alla riflessione antropologica.
Dopo aver dilatato a scala ambientale le potenzialità di una pittura dalla forte componente gestuale, nella Gibigianna Gallizio tornava a misurarsi con la dimensione più concentrata del quadro, senza tuttavia rinunciare a ipotizzare un rapporto significativo tra i dipinti e lo spazio destinato ad accoglierli, in cui essi si collocano come un fregio narrativo avvolgente e a suo modo monumentale. Nelle sette tele presentate nel 1960 alla galleria Notizie di Torino, cui nei mesi successivi se ne aggiunse un'ottava, lo spunto autobiografico si intreccia a figure della cronaca e della cultura popolare, dallo Sputnik al rock and roll, senza che la materia cromatica e la forza espressiva del gesto perdano intensità e varietà.
Il ciclo completo fu presentato e acquisito nel 1962 dal gallerista Otto van de Loo di Monaco di Baviera, che ne ha fino a oggi preservata la completezza, ed è stato da allora esposto in Italia solo in occasione della retrospettiva che la Galleria d'Arte Moderna di Torino dedicò all'artista nel 1974, a dieci anni dalla sua scomparsa.
L'esposizione, realizzata con il sostegno finanziario della Fondazione CRT, sarà accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo introdotto e curato da Maria Teresa Roberto.