Paolo Icaro. Faredisfarerifarevedere
- Evento
- 18 Aprile 2017
Monografia a cura di Lara Conte, Mousse Publishing, 2016
con testi di Lara Conte, Elena Volpato, un’antologia critica e apparati biobibliografici
Martedì 18 aprile 2017, alle ore 18.15
GAM Torino - via Magenta 31
Sala 1
Sarà presente l’artista, Paolo Icaro
Intervengono Fabio Belloni, Piergiovanni Castagnoli e Lara Conte
Introduce e modera: Riccardo Passoni, Vice-Direttore GAM
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
La ricerca di Paolo Icaro ha fornito un apporto del tutto originale ai linguaggi sviluppatisi tra gli anni Sessanta e Settanta, come l’Arte Povera, l’Arte Concettuale e la Process Art, imprimendo un particolare contributo al rinnovamento della scultura contemporanea. La monografia, curata da Lara Conte, nasce da una ricerca decennale condotta sull’opera e i materiali dell’Archivio dell’artista. Ripercorre l’intera vicenda creativa di Icaro con un percorso tematico teso a mettere in luce la sua poetica dagli anni Sessanta a oggi.
Il libro, edizione italiano e inglese, riunisce materiali inediti, scritti dell’artista, antologia critica e apparati biobibliografici.
L’opera di Icaro fa parte da tempo delle collezioni permanenti della GAM, a partire da Bicilindrica, 1965, entrata a far parte delle raccolte GAM con le opere del Museo Sperimentale di Eugenio Battisti nel 1966, e ora esposta nella mostra Dalle bombe al museo: 1942-1959. La rinascita dell’arte moderna. L’esempio della GAM, fino al 14 maggio.
Un significativo nucleo di opere realizzate dall’artista negli anni Ottanta sono state acquisite dalla GAM e dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT negli anni 2000, tra le quali Innesto, 1982, attualmente esposta nelle sale delle collezioni.
Paolo Icaro Chissotti nasce a Torino nel 1936. Dopo un primo avvicinamento alla scultura nello studio di Umberto Mastroianni a Torino, nei primi anni Sessanta si trasferisce a Roma e da lì nel 1966 parte New York, dove risiede sino al 1968. Oltreoceano nascono le Forme di spazio (1967), ribattezzate Gabbie, strutture in profilato metallico in cui la scultura da occupare lo spazio si fa luogo, origine di spazio. Tra anni Sessanta e Settanta partecipa alle principali esposizioni dell’avanguardia artistica internazionale, come alle prime mostre dell’Arte Povera, ed è invitato da Harald Szeemann alla mitica When Attitudes Become Form tenutasi nel 1969 alla Kusthalle di Berna. Nel 1971 fa ritorno nuovamente negli Stati Uniti, nel Connecticut, dove vive durante tutto il decennio. Realizza cicli di opere come I luoghi del punto e le Misure intime – percorsi di misurazione del corpo declinati attraverso l’utilizzo di materiali plastici diversi. Si avvicina allora al gesso, materiale che agisce sul tempo, conservando l’impronta del gesto rapido che lo ha plasmato. All’inizio degli anni Ottanta si trasferisce definitivamente in Italia. Nel 1982 tiene una mostra personale al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Nel 1987 è invitato con una personale alla Palazzina dei Giardini di Modena presentata da Dore Ashton e Pier Giovanni Castagnoli. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta sono numerose le mostre personali in importanti gallerie europee e americane tra le quali si ricordano: Verna, Zurigo (1972, 1974, 1978, 1985); Françoise Lambert, Milano (1976); Marilena Bonomo, Bari (1976); Massimo Minini, Brescia (1977, 1982, 1989); Paul Maenz, Colonia (1978), Hal Bromm, New York (1978, 1979); Jack Tilton, New York (1985, 1986, 1989). Nel 1990 viene pubblicata la monografia curata da Mario Bertoni (Essegi, Ravenna). Nel 1995 Danilo Eccher cura una sua mostra antologica alla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento.
Tra le esposizioni personali più recenti: Biografia ideale, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro (2009); You, Space, CAMeC pianozero, La Spezia (2011); Appunti di Viaggio 1967-2014, Peep-Hole, Milano (2014); Teoria ingenua degli insiemi, Galleria P420, Bologna (2016).