Nuova esposizione di lacche e un emakimono nella Galleria Giapponese
- Mostra
- 30 Giugno 2014
Nell’ambito del programma di rotazioni periodiche effettuate per una corretta conservazione dei materiali più delicati, dal 1 luglio il MAO Museo d’Arte Orientale ha il piacere di riproporre ai visitatori le sue lacche giapponesi, che mancavano ormai dal percorso espositivo da più di quattro anni.
La grande vetrina oggetto delle sostituzioni, posta all’inizio della galleria dedicata al Giappone, ha ospitato e continuerà ad ospitare oggetti pregevoli dei periodi Edo (1603-1868), Meiji (1868-1912) e Taisho (1912-1926).
La più importante tra le lacche esposte è una grande ryoshibako (scatola per carta e documenti) in legno dorato, della metà del 1700, che presenta sul coperchio un paesaggio con ciliegi in fiore. La decorazione, realizzata con polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-e (“pittura cosparsa”), è un prezioso esempio dell’altissimo livello tecnico e artistico raggiunto dai laccatori giapponesi, e fa di questa scatola uno dei più splendidi oggetti di arte applicata in dotazione al MAO. Degno di nota è anche uno squisito inro (contenitore che si portava appeso alla cintura) coevo con intarsi di madreperla, raffigurante su un lato un airone e sull’altro l’arcata di un ponte.
Con la nuova rotazione sarà anche reintrodotto nella stessa vetrina un emakimono (rotolo di formato lungo e stretto) firmato “Buncho”, dipinto a inchiostro su seta con fusti e foglie di bambù. Tani Buncho (1763-1840) è stato uno degli artisti giapponesi più influenti del suo tempo. Dotato di grande abilità tecnica, riusciva a destreggiarsi con diversi stili pittorici, oltre ad avere innate qualità per l’insegnamento e grandi conoscenze della pittura antica, sia cinese sia giapponese.
La grande vetrina oggetto delle sostituzioni, posta all’inizio della galleria dedicata al Giappone, ha ospitato e continuerà ad ospitare oggetti pregevoli dei periodi Edo (1603-1868), Meiji (1868-1912) e Taisho (1912-1926).
La più importante tra le lacche esposte è una grande ryoshibako (scatola per carta e documenti) in legno dorato, della metà del 1700, che presenta sul coperchio un paesaggio con ciliegi in fiore. La decorazione, realizzata con polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-e (“pittura cosparsa”), è un prezioso esempio dell’altissimo livello tecnico e artistico raggiunto dai laccatori giapponesi, e fa di questa scatola uno dei più splendidi oggetti di arte applicata in dotazione al MAO. Degno di nota è anche uno squisito inro (contenitore che si portava appeso alla cintura) coevo con intarsi di madreperla, raffigurante su un lato un airone e sull’altro l’arcata di un ponte.
Con la nuova rotazione sarà anche reintrodotto nella stessa vetrina un emakimono (rotolo di formato lungo e stretto) firmato “Buncho”, dipinto a inchiostro su seta con fusti e foglie di bambù. Tani Buncho (1763-1840) è stato uno degli artisti giapponesi più influenti del suo tempo. Dotato di grande abilità tecnica, riusciva a destreggiarsi con diversi stili pittorici, oltre ad avere innate qualità per l’insegnamento e grandi conoscenze della pittura antica, sia cinese sia giapponese.