Elisabetta Catalano
- Mostra
- 28 Ottobre 2005 - 8 Gennaio 2006
Circa ottanta fotografie di cui molte inedite documentano, in mostra alla GAM di Torino, il lavoro trentennale di una tra le più importanti e conosciute fotografe italiane.
Elisabetta Catalano, ritrattista di fama internazionale, grazie al suo obiettivo fotografico è ormai considerata la testimone d’eccellenza della vita degli artisti e dei personaggi di cinema, di letteratura, di cultura e di politica che hanno attraversato la storia d’Italia a partire dagli anni Settanta.
Ma l’omaggio che Torino dedica alla sua attività nelle sale della GAM e nel catalogo che accompagna la mostra - che riproduce circa 300 scatti tra ritratti e lavori in collaborazione con artisti e registi - offre uno sguardo rivolto soprattutto alle opere meno conosciute, rivelando una veste quasi completamente inedita della sua ricerca fotografica.
Alberto Moravia, presentando il libro Tempo di ritratti di Elisabetta Catalano, ha scritto: “qualsiasi ritratto allude prim’ancora che a se stesso, alla società di cui la persona ritratta fa parte”. (E davanti ai nostri occhi sfila veramente tutta la società e il mondo culturale degli ultimi decenni da Arbasino a Ottieri, da La Capria a Parise, da Cassavetes a Ferreri, dalla Cardinale a Richard Harris, dalla Sandrelli a alla Mangano, da Uto Ughi ad Andreotti, dalla Ginzburg a Eco, da Beuys fino al mondo dell’arte più recente come Peter Halley e Nagasawa.
Fotografie meno conosciute sono ad esempio quelle del filosofo Junger, del premio Nobel Amartya Sen e alcuni ritratti mai visti di Federico Fellini.
Innanzi tutto ogni foto è l’incontro tra l’autrice e il personaggio e dunque ogni foto fa storia a sé, vive nella dimensione di un particolarissimo rapporto.
Ma alcuni caratteri comuni restano: Fabio Mauri afferma di “riconoscere i segni dell’impeccabilità dell’ossessione espressiva” nei ritratti di Elisabetta Catalano che lavora con accanito perfezionismo, per fermarsi solo quando è certa di aver colto il carattere essenziale della persona.
Nella perfetta calibratura di luci e ombre l’immagine è sempre nettamente messa a fuoco, fino al massimo nitore.
Elisabetta Catalano ha sempre frequentato il mondo dell’arte intessendo con artisti italiani e stranieri, di varie generazioni, un dialogo fatto anche di reciproco scambio. Fra gli artisti ritratti Mario Schifano, Franco Angeli, Alighiero Boetti, Joseph Beuys, Mario Merz, Pino Pascali, Joseph Kosuth, Mario Ceroli, Andy Warhol.
Ci sono però alcune di queste relazioni che si precisano in più specifici rapporti professionali. Numerosi sono i casi in cui gli artisti usano immagini di Catalano per realizzare un’opera d’arte, tra questi Mimmo Rotella, Maurizio Mochetti, Michelangelo Pistoletto e Vettor Pisani. Particolarmente significativa e duratura la collaborazione con Fabio Mauri.
Se Elisabetta Catalano mira, in generale, a cogliere l’essenza della persona, nel caso delle foto degli artisti aggiunge l’intuizione dei principali caratteri della loro opera.
Un’altra collaborazione non episodica, testimoniata in mostra, è quella con Federico Fellini. Alla figura di Fellini sono anzi legati gli esordi di Catalano, che ha iniziato la sua attività di fotografa durante le riprese di 8 e mezzo (1963), film in cui interpreta la cognata del protagonista. Nel tempo libero sul set Elisabetta Catalano comincia a scattare foto con una vecchia macchina del padre.
In seguito Fellini la chiamerà per documentare i set di altri suoi celebri film: dopo 8 e mezzo, nel 1979 è stata chiamata da Fellini a fotografare durante le riprese di Prova d’orchestra e nel 1990 di La voce della luna e saltuariamente su altri set.
Dal 1973 in avanti Fellini posa durante gli anni per varie serie di ritratti in studio, fino alla vigilia dell’assegnazione del quinto premio Oscar (30 marzo 1993), poco prima della sua scomparsa dove, in un bellissimo ritratto, il regista in smoking sembra quasi accomiatarsi con un saluto per l’uscita di scena.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo antologico a colori, edito dalle edizioni della GAM - Fondazione Torino Musei, che ospita circa 300 immagini e testi introduttivi di Laura Cherubini, curatrice della mostra, di Costantino D’Orazio e testi di vari scrittori famosi che hanno scritto su di lei, tra i quali Goffredo Parise, Alberto Moravia e Federico Fellini.
Elisabetta Catalano vive e lavora a Roma. La sua carriera ha inizio alla fine degli anni Sessanta con la collaborazione a riviste come Vogue, Il Mondo e L’Espresso.
Qualche anno dopo entra in contatto con gli artisti Michelangelo Pistoletto, Sandro Chia, Fabio Mauri, Gino de Dominicis e altri, con i quali collabora attivamente alla realizzazione di opere di arte comportamentale e concettuale.
Il ritratto in bianco e nero e a colori diventa la sua attività principale, in particolare ritrae i personaggi del mondo dell’arte, del cinema e della cultura.
La sua prima mostra personale è nel 1973 alla galleria Il Cortile di Roma, a cui ne sono seguite alcune altre significative a Roma, Milano, Venezia.
Tra le mostre collettive ricordiamo quelle nella sede Polaroid di Boston (1978), nella sede Unesco di Venezia (1979), al Museo Carnavalet di Parigi (1980).
Nel 1992 La GNAM di Roma le dedica la prima grande antologica realizzata da una istituzione museale. Seguono le mostre alla galleria Sperone di Roma (1999) e Minini di Brescia (2004)