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Corti e Città

  • Mostra
  • 7 Febbraio 2006 - 14 Maggio 2006

Palazzina della Promotrice delle Belle Arti

Un itinerario alla scoperta della cultura figurativa nelle terre dell’antico ducato di Savoia: i committenti, gli artisti, le trame della vita quotidiana, i percorsi della devozione. La preziosità della pittura su tavola, la sapienza dei manoscritti miniati, lo splendore dei ricami e delle oreficerie, la perizia degli intagliatori: la vita delle forme dal Gotico Internazionale agli albori del Rinascimento lungo le vie di passo tra Italia e Francia.

Il quadro storico

Ai confini del potente ducato di Borgogna e del regno di Francia si forma a partire dal Mille il dominio di una casata nobiliare di origine alpina, i Savoia. Nel corso del 1300 e del 1400 la contea diventa ducato e si estende dalle Alpi al mare, su territori attualmente italiani, svizzeri e francesi. Il dominio è diretto, oppure esercitato come influenza politica, o ancora circondando e isolando le antiche sedi vescovili.

L’espansione coincide con il rinnovamento delle istituzioni politiche. Chambery è la capitale amministrativa, alla quale si affianca nel Quattrocento Torino, antica sede vescovile che diventa l’avamposto del potere sabaudo verso la pianura padana. Chambery e Torino, da una parte e dall’altra delle alpi, sono i cardini del principato che controlla il territorio attraverso una fitta rete di castelli e fortificazioni. Al seguito del principe la corte si sposta regolarmente, durante il Quattrocento, da Ripaille a Ginevra, da Morges a Pinerolo, da Thonon a Torino.


Le arti

Oltre 300 opere d’arte illustrano la fioritura artistica del ducato sabaudo dal Tardo Gotico all’aprirsi del Rinascimento. Sono capolavori di pittura, scultura e oreficeria, codici miniati e tessuti ricamati, provenienti dai grandi musei di Parigi, Londra e New York, ma anche opere mai esposte prima d’ora, scoperte in collezioni private, tesori di cattedrali e abbazie, musei alpini.

 

Apre la scena Amedeo VIII (1416-1451), che nello sforzo di eguagliare la corte di Borgogna trasforma i ducato in uno dei più importanti crocevia della cultura tardo gotica europea. La sua corte raffinata richiama artisti da Venezia, Bruxelles, Friburgo, Lione e Aosta. Accanto alla corte ducale emergono in concorrenza le corti delle casate nobiliari e delle sedi vescovili. Potenti signori e colti prelati commissionano preziose opere d’arte per le loro chiese e i loro palazzi.

 

 

A metà del Quattrocento irrompe l’ars nova venuta dal nord, la nuova arte dei capolavori di Rogier van der Weyden portati in Piemonte dai banchieri chieresi attivi nelle Fiandre. Una donna guida la corte ducale plasmandone la raffinata cultura: è la duchessa Iolanda (1434-1478), colta e volitiva figlia del re di Francia e sposa del debole Amedeo IX.

 

 

Il Borgo Medievale

 

Dalla Palazzina della Promotrice, l’itinerario prosegue idealmente fino al Borgo Medievale, dove la mostra “Omaggio al Quattrocento” (dal 18 febbraio) illustra la riscoperta del medioevo piemontese promossa nell’Ottocento dal gruppo di artisti e archeologi raccolti intorno ad Alfredo d’Andrade. Il castello e le case affacciate sulla sponda del Po, realizzate nel 1884, propongono una fedele interpretazione di architetture e di ambienti arredati del Quattrocento, un’occasione per ritrovare e scoprire i contesti territoriali da cui provengono le opere d’arte esposte nella mostra “Corti e Città”.


L’invisibile gesto dell’arte. Le installazioni di Studio Azzurro

Il percorso della mostra è accompagnato da sette piccole installazioni multimediali dedicate all’immagine delle Alpi e ai gesti che sono alla base della creazione artistica, plasmando la materia per ricavarne forme. Il lavoro della pietra, del legno, dell’argilla, del metallo; il segno della scrittura; la preparazione dei colori: sette piccoli laboratori visivi che fanno rivivere il processo che ha generato le opere d’arte esposte, a diretto contatto con la sensibilità che li ha concepiti.