稍息 Riposo! Cina 1981-84
- Mostra
- 9 Settembre 2022 - 2 Ottobre 2022
Fotografie di Andrea Cavazzuti
“In Occidente l’immaginario visivo della Cina era, come un po’ ancora oggi, quello del già defunto Mao e della già conclusa Rivoluzione Culturale. Figlio dei miei tempi e allenato com’ero a cercare oltre gli stereotipi anche in patria, fotografavo una Cina non vista e, quel che è peggio, nemmeno immaginata, quindi invisibile. Le cose già viste soddisfano, consolano, hanno a che fare con la memoria mentre il non visto è secco, scostante, refrattario, a volte antipatico. La Cina mi si presentava come uno straordinario bazar di oggetti, scene e comportamenti non omologati tra i nostri cliché culturali. Per me era irresistibile: gli oggetti in vista, la totale mancanza di privacy, le attività umane messe in scena su un palcoscenico sempre aperto, il paradiso del fotografo”. Andrea Cavazzuti
Il MAO Museo d’Arte Orientale è lieto di ospitare la mostra fotografica “稍息 Riposo! Cina 1981-84. Fotografie di Andrea Cavazzuti”, promossadall’Istituto Confucio dell’Università di Torino, a cura di Davide Quadrio e Stefania Stafutti,dal 9 settembre al 2 ottobre 2022, in via San Domenico 11 a Torino. Il progetto espositivo inaugura una nuova fase di collaborazione fra il Museo e l’Università di Torino, che coinvolgerà in particolare le discipline di studio sull’Asia, con un ampio ventaglio di proposte culturali e formative.
“La fotografia, meglio di altri strumenti, restituisce il clima della Cina di quegli anni: un paese ancora povero, ma affacciato su un futuro denso di speranza e animato da un entusiasmo che fa di quel periodo uno dei momenti più interessanti e, a mio avviso, più belli della storia recente di questo complesso paese”, commenta Stefania Stafutti, direttrice di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Università di Torino e docente ordinaria di Lingua e Letteratura cinese del Dipartimento di Studi Umanistici.
Al MAO saranno esposte oltre 70 immagini in bianco e nero, scattate in Cina fra l’81 e l’84, che dialogheranno per l’occasione con alcune opere delle collezioni museali, per leggere l’opera di Cavazzuti e comprendere una Cina che sta scomparendo.
Andrea Cavazzuti vive e lavora da più di trent’anni in Cina, dove approdò nel 1981. Il titolo dell’esposizione, “稍息 Riposo!”, è un riferimento agli anni di passaggio tra un periodo drammatico e l’avvio della rincorsa alla modernità attuale. Le sue immagini hanno seguito e immortalato la Cina e i suoi giganteschi cambiamenti dagli anni Ottanta a oggi, costituendo una testimonianza preziosa oltre che un’opera affascinante e corposa.
Con uno sguardo nitido e poetico, e un’ingente dose di senso dell’umorismo, Andrea Cavazzuti cristallizza in queste immagini una Cina che non esiste forse più, ma che è indispensabile conoscere per comprendere la storia e la personalità del colosso mondiale di oggi. Il suo sguardo è quello di uno straniero senza arroganza: la nostalgia gratuita è messa al bando, così come la trita ricerca dell’esotico. L’occhio di Cavazzutti coglie bellezza, comicità, fascino e stranezze con la freschezza del primo incontro. Le opere esposte, influenzate dalla forza della fotografia italiana di quegli anni, dimostrano però di trovare anche una strada del tutto personale.
La mostra è completata dalla proiezione di tre film:
Nati a Pechino, di Olivo Barbieri, Andrea Cavazzuti e Daria Menozzi, 1995, italiano, 21'
Un breve ritratto di alcuni artisti nella Pechino dei primi anni ‘90, che poi sarebbero diventati le star dell’arte contemporanea cinese.
Bambini (Fictional Kids), di Andrea Cavazzuti, 2000, 27'
Un montaggio di scene di strada coi bambini come protagonisti in varie parti della Cina durante gli anni ‘90, accompagnato dalle colonne sonore di famosissimi film occidentali del secolo scorso.
The Warehouse, titolo originale 臆想仓库, di Andrea Cavazzuti, 2018, cinese sottotitolato in italiano, 28'
Video realizzato per la mostra omonima, curata da Lu Yue 卢悦 e Da Shi 大石, tenutasi al CHAO di Pechino nel 2018. Responsabile artistico Yang Jun 杨君. Un gruppo di artisti, perlopiù giovani, si è cimentato nel creare opere per un grande magazzino dei pensieri e delle fantasie più recondite.
L’accesso all’esposizione sarà consentito con il titolo di ingresso al Museo, senza nessun ulteriore costo di biglietto mostra.