Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino presenta, dal 2 marzo al 21 maggio 2023, al Narodni Muzej Zadar, il Museo Nazionale di Zara, la mostra Il mestiere delle arti in Italia. Capolavori da Palazzo Madama.
L’esposizione, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura Zagabria, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Zagabria, è dedicata all’eccellenza dello stile italiano, unanimemente ammirato nel mondo, e al suo affondare le proprie radici in secoli di affinamento di ideazione e tecniche in ogni campo delle arti suntuarie, al servizio delle corti e in funzione dei commerci.
La mostra, appositamente progettata per gli spazi e in dialogo con le collezioni del Museo Nazionale di Zara, presenta un centinaio di opere dei Musei Civici di Torino, prevalentemente conservate a Palazzo Madama, espressione delle botteghe e manifatture di tutta Italia dal tardo Medioevo al Settecento, a testimoniarne estesamente la maestria e genialità. Nello specifico sono documentati i vetri di Murano, i rami smaltati veneziani, i bronzetti rinascimentali di area veneta, i ferri cesellati di produzione lombarda, la maiolica centro-italiana, la porcellana di Doccia, Vezzi, Cozzi e Napoli, i tessuti e i merletti, l’ebanisteria, il microintaglio in legno e avorio, le legature decorate.
Palazzo Madama, nato come museo di arti applicate all’industria e inaugurato il 4 giugno 1863, conserva una delle collezioni di arti decorative più importanti d’Europa, concepita in un periodo di forti mutamenti, quando l’esigenza primaria era di raccogliere e di tutelare le memorie patrie e i ritrovamenti archeologici che si andavano susseguendo sul territorio cittadino in costante espansione. Al contempo si sviluppò rapidamente una sezione particolare, quella della Storia del lavoro, che, sull’esempio di un grande museo come il South Kensington di Londra (ora Victoria and Albert Museum), intendeva illustrare la storia delle arti applicate a beneficio degli artisti e degli artigiani che erano invitati a ispirarsi ai manufatti del passato. La presenza a Torino del Regio Museo Industriale Italiano, fondato nel 1862, che assolveva al compito di documentare la storia dell’industria e forniva non solo approfondimenti su materie prime e macchinari, ma disponeva anche di laboratori e aule didattiche, fece sì che il Museo Civico potesse configurare le sue raccolte in senso marcatamente storico-artistico. Queste caratteristiche si accentuarono man mano che si andavano precisando gli ambiti delle collezioni: le sezioni archeologica e preistorica furono via via dismesse, cedute ad altre istituzioni cittadine in cambio di opere di arte decorativapiù pertinenti al carattere del museo.
È questa la cornice in cui si è elaborata la scelta di opere da proporre a Zara, secondando precipuamente quanto compiuto per il Museo Civico di Torino da Emanuele Taparelli d’Azeglio (1879-1890), figlio di Roberto, primo direttore della Pinacoteca Sabauda e nipote del più celebre Massimo, pittore, scrittore e politico. D’Azeglio aveva svolto la carriera diplomatica nelle grandi capitali europee (Monaco, Vienna, l’Aja, Bruxelles, San Pietroburgo) e si era poi trasferito a Londra nel 1848. Qui era stato testimone della prima Esposizione universale allestita al Crystal Palace nel 1851 e della nascita della National Gallery e del Victoria and Albert Museum. È nel contesto internazionale del mercato d’arte londinese che aveva preso forma la sua passione collezionistica, di particolare rilevanza per la collezione di maioliche e porcellane italiane e per quella dei vetri dorati e dipinti, la prima donata al museo nel 1874, la seconda depositata nel 1877 e donata poi per lascito testamentario nel 1890. Rientrato a Torino ed eletto direttore, promosse la crescita delle raccolte di arte decorativa sull’esempio dei grandi musei inglesi, con particolare attenzione alle ceramiche e ai tessuti. Da qui si è principiato per individuare i nuclei storici e narrativi da predisporre nell’allestimento al museo di Zara, concepito in sale che illustrino ciascuna un materiale e le sue declinazioni artistiche, così da offrire un compiuto quadro dell’abilità e intelligenza di artigiani e artisti italiani, offrendo al pubblico la possibilità di comprendere appieno l’avvio della stagione rinascimentale dagli esiti medievali e la deflagrazione del barocco a livello europeo.
Dal primo ambiente che tratta la storia dell’avorio – dalle rotte commerciali, usi e tecniche nel Medioevo ai centri di produzione, dunque gli avori romanici in Italia meridionale per giungere alla bottega degli Embriachi a Venezia fino agli avori torniti del Rinascimento e al virtuosismo asimmetrico barocco – si affrontano poi i temi della tarsia, della microscultura e dei mobili intarsiati accompagnati dalle vicende inerenti gemme, cammei e paste vitree tra Medioevo e Neoclassicismo. Il medesimo asse temporale con cui si presentano le legature e si va ad approfondire la storia delle maioliche. A partire dalla “protomaiolica” delle regioni meridionali e la “maiolica arcaica” di quelle centro-settentrionali si giunge a esemplificare quanto compiuto nel Quattrocento nei centri della Toscana, dell’Emilia-Romagna, delle Marche e dell’Umbria, quando i ceramisti italiani innovarono la tradizione islamica facendo uso di motivi decorativi ispirati al repertorio gotico e rinascimentale e altri derivanti dalle porcellane cinesi, e ampliando la tavolozza dei colori. Per poi sottolineare la novità della nascita dell’istoriato, ovvero la colorata pittura di storie sopra la superficie bianca della ceramica. Da qui si passa alla porcellana, narrando le vicende della fabbrica Vezzi di Venezia e Ginori di Doccia, trattando infine il grande tema del ricamo e dei tessuti, a sottolineare quanto nel Medioevo in Europa il ricamo fosse considerato tra le arti più preziose e illustrando tra Quattro e Cinquecento la specializzazione nel ricamo in seta e oro delle maestranze insediate a Venezia, nella Milano degli Sforza, a Genova, Roma, Napoli, Palermo, ove le corti signorili e prelatizie e la ricca aristocrazia commerciale favorirono con la propria committenza la produzione artistica e suntuaria. L’esposizione si conclude con la presentazione di alcuni tessuti scelti dalle raccolte di velluti, che coprono sette secoli di storia, di cui un significativo e splendido nucleo fu già alla Esposizione di Tessuti e Merletti organizzata a Roma nel 1887.
“La storica amicizia fra Italia e Croazia - sottolinea Pierfrancesco Sacco, Ambasciatore d’Italia in Croazia - ha solide e vaste basi nella cultura dei due popoli, particolarmente evidenti a Zara e in altre città croate. Le opere di Palazzo Madama che saranno esposte nel magnifico Palazzo del Rettore di Zara saranno altrettanti messaggeri di bellezza, di saper fare italiano e di rinnovata integrazione fra i due stati e i due popoli nella comune patria europea.”
“La mostra in programma presso il Palazzo del Rettore del Museo Nazionale di Zara espone al pubblico una selezione della più raffinata produzione delle arti applicate in Italia, attraverso i secoli, in uno storico e importante museo croato - afferma Gian Luca Borghese, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria - l’evento dunque sottolinea la prossimità tra due popoli stretti in una cultura comune e condivisa, che persegue la conciliazione dell’utile con il bello. Agli occhi del pubblico si offre uno specchio del passato ma anche spunti e idee per i mestieri delle arti che hanno un grande avvenire in paesi di antica tradizione come i nostri”.
"È una grande emozione poter presentare, in un museo tanto prestigioso e carico di storia quale quello di Zara, alcuni dei capolavori di una tra le raccolte di arti decorative più importanti d’Europa” dichiara il Direttore di Palazzo Madama Giovanni Carlo Federico Villa, che prosegue “Palazzo Madama, con i suoi duemila anni di vita perno di Torino capitale, accoglie negli ambienti romani e medievali, barocchi e risorgimentali preziose oreficerie, avori, vetri dorati e dipinti, tessuti, maioliche e porcellane che rappresentano l’essenza stessa dell’arte non solo occidentale, quelle arti applicate che sono memoria, identità e proiezione di ogni cultura. E siamo profondamente grati a Sua Eccellenza l'Ambasciatore d'Italia a Zagabria, Pierfrancesco Sacco, e al direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, Gian Luca Borghese, di aver offerto alla Città di Torino e al suo Museo Civico questa straordinaria opportunità di dialogo in uno dei cuori del Mediterraneo, epicentro del millenario incontro di genti e sapienze artistiche".
La mostra e il catalogo sono a cura della direzione e conservatoria di Palazzo Madama; l’organizzazione è di Glocal Project Consulting, il progetto allestitivo di Emilio Alberti e Mauro Zocchetta.