Tombe arboree nel Banande (Repubblica Democratica del Congo): una riconsegna del potere alla foresta – conferenza
- Attività
- 18 Settembre 2017
Tombe arboree nel Banande (Repubblica Democratica del Congo): una riconsegna del potere alla foresta
con Francesco Remotti, Università degli Studi di Torino
Nel territorio collinoso dei Banande (Nord Kivu – Repubblica Democratica del Congo) è frequente scorgere sulla cima delle colline dei boschetti, che gli stessi Banande chiamano col termine kasitu, “piccola foresta”: sono i mahero, le tombe arboree in cui sono sepolti i capi. A differenza della gente comune, sepolta nel bananeto che contorna ogni villaggio, il capo incoronato (mwami) trova la propria sepoltura lassù, sulla collina, lontano dalle abitazioni, non nella terra, ma nella morsa vegetale degli alberi della foresta che vengono piantati attorno al suo cadavere. Là dove era stato incoronato, dove aveva acquisito il suo potere, si ricrea una minuscola foresta. Una volta piantati gli alberi, gli uomini si asterranno da qualsiasi ulteriore intervento: la tomba verrà creata dalle sole forze vegetali e, non più toccata né riparata, rimarrà lassù per sempre, a testimonianza del potere di un mwami il cui ricordo verrà mantenuto dalla gente, ma anche a riprova che il potere è riconsegnato alla foresta. Le tante tombe arboree che punteggiano il territorio dei Banande intendono dimostrare che la foresta, distrutta per farne campi e villaggi, non è però annientata del tutto: il potere della foresta è alla fine più forte e vitale di quello con cui i Banande si sono impegnati ad abbattere i suoi alberi. Inghiottendo il cadavere del mwami, il mahero, la sua tomba arborea, è la vittoria della vita vegetale sulla morte e sul potere distruttivo del capo e della sua gente.
Francesco Remotti - è stato professore ordinario di Antropologia culturale presso le Università di Milano Statale (1976-1979) e di Torino (1979-2013): ora è professore emerito presso questa stessa Università. Ha compiuto ricerche etnografiche sui Sinti piemontesi e, a partire dal 1976, presso i BaNande del Nord Kivu (Repubblica Democratica del Congo). Ha svolto ricerche etnostoriche sui regni precoloniali dell’Africa equatoriale. Dal 1979 al 2004 ha diretto la Missione Etnologica Italiana in Africa Equatoriale. Ha sviluppato interessi teorici sul significato dell’antropologia, sulla questione dell’identità, sui temi dell’antropo-poiesi. Tra le pubblicazioni più significative: Noi, primitivi. Lo specchio dell’antropologia (Torino, Bollati Boringhieri, 1990; n.e. 2009); Etnografia nande I, II, III (Torino, Il Segnalibro, 1993, 1994, 1996); Luoghi e corpi. Antropologia dello spazio, del tempo e del potere (Torino, Bollati Boringhieri, 1993); Contro l’identità (Roma-Bari, Laterza, 1996); Prima lezione di antropologia (Roma-Bari, Laterza, 2000); Forme di umanità (a cura di, Milano, Bruno Mondadori, 2002); Centri di potere. Capitali e città nell’Africa precoloniale (Torino, Trauben, 2005); Contro natura. Una lettera al Papa (Roma-Bari, Laterza, 2008); L’ossessione identitaria (Roma-Bari, Laterza, 2010); Cultura. Dalla complessità all’impoverimento (Roma-Bari, Laterza, 2011); Fare umanità. I drammi dell’antropo-poiesi (Roma-Bari, Laterza, 2013).
Ingresso gratuito (fino a esaurimento posti disponibili)
Prenotazioni consigliate (t. 011 4436999 – email didattica@fondazionetorinomusei.it)