Gustav Klimt. Disegni
- Mostra
- 29 Gennaio 2004 - 25 Aprile 2004
Mostra a cura di: Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli e GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea in collaborazione con la Collezione Serge Sabarsky
La mostra è prodotta dalla Fondazione Torino Musei – GAM
Per la seconda edizione di Sintonie, ideata da Claudio Abbado e realizzata dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, la Fondazione Torino Musei inaugura il 28 di gennaio l’esposizione di disegni di Gustav Klimt nella sede della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. L’inaugurazione della mostra coincide con l’esecuzione del primo concerto della Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniel Harding all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, avvicinando idealmente la sezione Arti figurative al pubblico appassionato di musica.
Una scelta di 48 disegni, tutti della collezione Serge Sabarsky, prestigioso mercante d’arte e collezionista, pone in rilievo, in una mostra unica e solo per il pubblico torinese, un’immagine poco nota di Gustav Klimt, artista geniale e riservato.
Serge Sabarsky, nato a Vienna nel 1912 da una agiata famiglia di ebrei russi, poi emigrato negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, inizia a collezionare opere di espressionismo tedesco e austriaco nel 1968, anno in cui inaugura in Madison Avenue a New York la Serge Sabarsky Gallery, intraprendendo un fruttuoso scambio di opere di Klimt, Kokoschka, Schiele e altri autori della corrente espressionista. In breve tempo la galleria e la sua collezione si impongono a livello internazionale, anche grazie all’abilità di Sabarsky nel trattare con i clienti, senza tralasciare l’infallibile fiuto per la qualità delle opere acquistate.
Nel 1986, dopo venti anni di attività, Sabarsky decide di concentrarsi sull’organizzazione di mostre nei più prestigiosi musei del mondo, grazie all’incredibile patrimonio personale unito ad importanti prestiti delle collezioni pubbliche e private. I disegni in mostra alla Pinacoteca Agnelli furono acquistati da Sabarsky direttamente dal nipote di Klimt a Vienna, e sono fondamentali per comprendere il punto di svolta dallo stile accademico viennese al simbolismo di cui Klimt è pioniere insieme agli artisti secessionisti.
Tra i disegni proposti sono di particolare rilievo quelli realizzati per il Fregio di Beethoven eseguito nel 1902 per la quattordicesima mostra della Secessione viennese e dedicata al grande compositore, che sarà per gli artisti secessionisti il raggiungimento della prima opera d’arte totale. La mostra era infatti progettata in modo che ogni opera dei 21 artisti presenti fosse in perfetta sintonia con le altre e con l’allestimento interno. Fu coinvolta anche la musica, con l’esecuzione dell’Inno alla Gioia diretto da Gustav Mahler il giorno dell’inaugurazione.
La sala centrale ruotava intorno alla scultura in marmo policromo di Max Klinger, che raffigurava Beethoven in apoteosi, come fosse l’incarnazione del genio umano, sofferente per l’intera umanità eppure slanciato verso un glorioso futuro. Il fregio di Klimt, dipinto su tre pareti e lungo 24 metri interpretava la Nona sinfonia e l’idea del raggiungimento della felicità e della redenzione dell’uomo attraverso l’arte. Il Fregio scatenò, a causa dei temi volutamente provocatori e di alcune figure ripugnanti come le tre Gorgoni, enormi polemiche, tanto che la mostra fu un fallimento finanziario e di presenze.
Oggi il pubblico torinese ha la possibilità di ammirare per la prima volta alcuni dei disegni che hanno dato origine al Fregio di Klimt. È possibile riconoscere tra le altre le figure delle forze avverse che si contrappongono al raggiungimento della felicità del cavaliere-artista. Sono in mostra inoltre gli studi per le tre Gorgoni e diversi disegni di preparazione dell’opera, nei quali ritroviamo una stilizzazione rigorosa e assolutamente armonica.
Anche gli altri disegni presentati sono di notevole impatto. Oltre ai bozzetti per il ritratto di Adele Bloch-Bauer del 1907 si potranno ammirare anche molti disegni di nudi femminili, che mostrano una grande spontaneità artistica. La maggior parte di questi schizzi leggeri e formati da poche linee sinuose sono intrisi di una forte carica erotica, raggiungendo con il tratto di matita a volte sottile e allungato ma più spesso voluminoso e intricato una immediatezza quasi impensabile per chi conosce i suoi dipinti.
Si ringrazia per la collaborazione il Forum Austriaco di Cultura.