ETTORE SPALLETTI Un giorno così bianco, così bianco
- Evento
- 26 Marzo 2014 - 30 Giugno 2014
a cura di Danilo Eccher, Anna Mattirolo, Andrea Viliani e Alessandro Rabottini
Sì, il colore, come si sposta, occupa lo spazio e noi entriamo. Non v’è più la cornice che delimitava lo spazio. Togliendola il colore assume lo spazio e invade lo spazio. E quando questa cosa riesce, è miracolosa. (Ettore Spalletti, 2006)
Oltre 70 opere, tre musei, un solo titolo per tre mostre che nascono dal desiderio di mostrare la varietà, complessità e profondità della pratica artistica di Ettore Spalletti, maestro dell’arte contemporanea italiana. E’ UN GIORNO COSì BIANCO, COSì BIANCO a cura di Anna Mattirolo per il MAXXI di Roma, Danilo Eccher per la GAM di Torino, Andrea Viliani eAlessandro Rabottini per il MADRE di Napoli.
La mostra alla GAM di Torino, che apre al pubblico il 27 marzo, si propone di ricostruire l’atmosfera dello studio di Ettore Spalletti. L’intento non è quello di riprodurre fisicamente lo spazio in sé quanto di trasmettere la poetica dell’artista ricreando l’energia che si respira in quell’ambiente. Ettore Spalletti vive emotivamente i suoi luoghi: qui trascorre le sue giornate, e lo studio, al pari della sua casa, è a tutti gli effetti un rifugio protetto, un punto di osservazione privilegiato del mondo circostante, in cui nasce la sua personale riflessione e interpretazione dell’essenza delle cose che lo circondano. È il luogo che accoglie i pensieri da cui nascono le sue opere, fedeli compagne di vita. La convivenza con esse è continua e persistente: non si riduce al momento creativo o al lungo periodo di lavorazione durante il quale Spalletti sceglie con cura i materiali, studia e controlla la trasformazione dei pigmenti e l’effetto finale dei colori. Le opere che popolano lo studio di Spalletti abbracciano un arco temporale molto ampio che va dagli anni ’80 ad oggi, ma convivono armoniosamente abitando lo stesso spazio fisico, in una dimensione temporale sospesa. Sono loro che accolgono l’artista ogni giorno in maniera nuova, inaspettata a seconda delle luci o della collocazione, sempre diversa, con cui l’artista le dispone nello spazio, in una costante ricerca di ordine e di equilibrio perfetto. La sintesi di tutto il lavoro di Ettore Spalletti si racchiude dunque nella dimensione magica del suo studio, luogo intimo e personale, che ricreerà negli spazi espositivi del museo. Tra i circa 25 lavori in mostra un’opera, proveniente da una importante collezione privata belga, Coppa, 1982 e Disegno, mano libera, un disegno di 8 metri del 1981, presentato in anteprima nazionale a Torino.
Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940) ha esposto nei principali musei del mondo, sia in mostre collettive sia personali. Ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia del 1997, e partecipato a quelle del 1982, 1993 e 1995. Espone a Documenta, Kassel, nel 1982 e nel 1992. Tra le personali si ricordano le mostre al Museum Folkwang di Essen (1982), il De Appel di Amsterdam e Portikus di Francoforte (1989), il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1991), l’IVAM di Valencia (1992), il Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1993), la South London Gallery di Londra e il MUHKA di Anversa (1995), il Musée de Strasbourg (1998) e il Museo di Capodimonte di Napoli (1999), la Fundacion “la Caixa” di Madrid (2000), l’Henry Moore Institute di Leeds (2005), l’Accademia di Francia - Villa Medici a Roma (2006), il Museum Kurhaus di Kleve (2009) e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2010).
Sì, il colore, come si sposta, occupa lo spazio e noi entriamo. Non v’è più la cornice che delimitava lo spazio. Togliendola il colore assume lo spazio e invade lo spazio. E quando questa cosa riesce, è miracolosa. (Ettore Spalletti, 2006)
Oltre 70 opere, tre musei, un solo titolo per tre mostre che nascono dal desiderio di mostrare la varietà, complessità e profondità della pratica artistica di Ettore Spalletti, maestro dell’arte contemporanea italiana. E’ UN GIORNO COSì BIANCO, COSì BIANCO a cura di Anna Mattirolo per il MAXXI di Roma, Danilo Eccher per la GAM di Torino, Andrea Viliani eAlessandro Rabottini per il MADRE di Napoli.
La mostra alla GAM di Torino, che apre al pubblico il 27 marzo, si propone di ricostruire l’atmosfera dello studio di Ettore Spalletti. L’intento non è quello di riprodurre fisicamente lo spazio in sé quanto di trasmettere la poetica dell’artista ricreando l’energia che si respira in quell’ambiente. Ettore Spalletti vive emotivamente i suoi luoghi: qui trascorre le sue giornate, e lo studio, al pari della sua casa, è a tutti gli effetti un rifugio protetto, un punto di osservazione privilegiato del mondo circostante, in cui nasce la sua personale riflessione e interpretazione dell’essenza delle cose che lo circondano. È il luogo che accoglie i pensieri da cui nascono le sue opere, fedeli compagne di vita. La convivenza con esse è continua e persistente: non si riduce al momento creativo o al lungo periodo di lavorazione durante il quale Spalletti sceglie con cura i materiali, studia e controlla la trasformazione dei pigmenti e l’effetto finale dei colori. Le opere che popolano lo studio di Spalletti abbracciano un arco temporale molto ampio che va dagli anni ’80 ad oggi, ma convivono armoniosamente abitando lo stesso spazio fisico, in una dimensione temporale sospesa. Sono loro che accolgono l’artista ogni giorno in maniera nuova, inaspettata a seconda delle luci o della collocazione, sempre diversa, con cui l’artista le dispone nello spazio, in una costante ricerca di ordine e di equilibrio perfetto. La sintesi di tutto il lavoro di Ettore Spalletti si racchiude dunque nella dimensione magica del suo studio, luogo intimo e personale, che ricreerà negli spazi espositivi del museo. Tra i circa 25 lavori in mostra un’opera, proveniente da una importante collezione privata belga, Coppa, 1982 e Disegno, mano libera, un disegno di 8 metri del 1981, presentato in anteprima nazionale a Torino.
Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940) ha esposto nei principali musei del mondo, sia in mostre collettive sia personali. Ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia del 1997, e partecipato a quelle del 1982, 1993 e 1995. Espone a Documenta, Kassel, nel 1982 e nel 1992. Tra le personali si ricordano le mostre al Museum Folkwang di Essen (1982), il De Appel di Amsterdam e Portikus di Francoforte (1989), il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1991), l’IVAM di Valencia (1992), il Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1993), la South London Gallery di Londra e il MUHKA di Anversa (1995), il Musée de Strasbourg (1998) e il Museo di Capodimonte di Napoli (1999), la Fundacion “la Caixa” di Madrid (2000), l’Henry Moore Institute di Leeds (2005), l’Accademia di Francia - Villa Medici a Roma (2006), il Museum Kurhaus di Kleve (2009) e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2010).