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L’INTRUSO. Chiara Lee e freddie Murphy

  • Event
  • 16 April 2025 - 7 September 2025
freddie Murphy_Chiara Lee_pic by Andrea Petrovicova 3

da un'idea di Chiara Bertola

L’Intruso è un artista o un curatore invitato in ogni Risonanza a dialogare con le mostre e con le collezioni della GAM. La sua “intrusione” è decisiva in ogni riallestimento delle collezioni e in quel rimettere in moto traiettorie interpretative o tranquillizzanti percorsi cronologici. Intrusione per elaborare una propria visione a contrappunto e, insieme, a sostegno dell’organismo espositivo museale. Quando si parla di intrusione si fa riferimento a una pratica in qualche misura disturbante, nella quale qualcosa o qualcuno viene inserito o si inserisce con prepotenza all’interno di un’unità dotata di equilibrio proprio. Questa figura è destinata a creare degli inciampi al percorso rassicurante del Museo. Sorprendere con display imprevisti e offrire visioni inattese all’interno del palinsesto della programmazione e dell’allestimento delle collezioni del Museo.

L’intruso è quindi invitato a ogni stagione espositiva per scompaginare e ricomporre con ordini visivi imprevisti, per riaprire e rimettere in moto tutte le relazioni spazio temporali all’interno del mondo “congelato” del Museo. Rivedere allora il concetto di conservazione e portarlo fino a coincidere con il suo contrario, il più lontano possibile dall’idea di chiusura, di immobilità restando comunque all’interno del museo. Corredano il progetto i Quaderni dell’Intruso, generosamente offerti e pubblicati dalla casa editrice Umberto Allemandi.

I curatori e sound artist Chiara Lee e freddie Murphy sono gli intrusi di questa Seconda Risonanza, a trasformare gli interstizi delle scale del museo in strumento musicale.

Il progetto è in collaborazione con il MAO Museo d’Arte Orientale di cui da circa 3 anni curano il public program Evolving Soundscapes.

Loro alleata per l’occasione l’artista sakha Aldana Duoraan, che esplora attraverso il suono la cosmologia sakha delle tre anime, o Üs Kut. In questa tradizione, l'anima umana è composta da tre componenti: il Salgyn Kut (Spirito dell’aria), il Lye Kut (Anima della madre) e il Buor Kut (Spirito della terra), che si separano e si riuniscono in un ciclo continuo di transizione tra mondi fisici, simbolici e spirituali.

L'intervento curatoriale si concretizza in un'installazione immersiva che coinvolge le scale del museo, dove tre casse spazializzano i suoni delle tre anime. Il movimento tra i piani del museo invita i visitatori a entrare simbolicamente in questo spazio liminale, dove il suono e il movimento sono metafore del passaggio tra i mondi. I toni e le frequenze create dall’artista, che affondano le radici nella tradizione del khomus (strumento che ricorda uno scacciapensieri), creano un’esperienza che stimola riflessioni sulla fluidità dell'esistenza e sulla potenza trasformativa del suono.