Jusepe de Ribera e la pittura a Napoli – PROROGATA
- Exhibition
- 11 December 2015 - 21 February 2016
PROROGATA AL 21 FEBBRAIO 2016
La mostra, presentata in Camera delle Guardie, illustra alcuni degli esponenti più importanti della pittura napoletana del primo Seicento che si formarono intorno al maestro spagnolo Jusepe de Ribera, attivo nella città partenopea per un trentennio, dal 1616 al 1652: l'attenzione per il dato realistico delle fisionomie e delle emozioni umane, l'uso sapiente della luce e dell'ombra, la conoscenza profonda e la rielaborazione dei modelli della pittura italiana del Rinascimento sono le caratteristiche stilistiche del maestro spagnolo che a vario modo segnarono il napoletano Giovanni Ricca, il campano Francesco Guarino, i fiamminghi Matias Stom ed Hendrick de Somer, l'anonimo Maestro dell'Annuncio ai Pastori.
Studi recenti hanno fatto luce sull'autore della Santa Caterina di Alessandria, acquistata da Palazzo Madama nel 2006: appartenuto alla collezione di Giulio Einaudi, il dipinto è stato esposto alle maggiori mostre di arte napoletana degli ultimi decenni del Novecento con varie attribuzioni, tra cui quella a Bartolomeo Passante. Le recenti ricerche consentono ora di superare i dubbi: a dipingere la Santa Caterina intorno al 1635 fu Giovanni Ricca, artista che emerse tra gli allievi napoletani del con una personalità originale orientata verso il naturalismo e il classicismo.
L’occasione della mostra nasce dal prestito di tre importanti dipinti delle collezioni di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli, di proprietà Intesa Sanpaolo, che arriveranno a Palazzo Madama per uno scambio con il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, previsto a Napoli dal 7 dicembre prossimo. Si tratta dell’Adorazione dei Magi del Maestro degli Annunci ai pastori (1635 circa), di Tobia che ridona la vista al padre di Hendrick de Somer (1635 circa) e del San Giorgio di Francesco Guarino (1645 – 1650 circa).
I tre dipinti pongono le basi per costruire intorno alla Santa Caterina un itinerario tra gli artisti che seguirono gli insegnamenti di Ribera, arrivato a Napoli su invito del viceré spagnolo duca di Osuna nel 1616 e lì residente fino alla morte, nel 1652. Il pittore spagnolo vi trascorse gran parte della sua vita ed esercitò una notevole influenza sugli artisti della regione con una produzione inizialmente legata al caravaggismo, ma via via più personale per la forte intensità emotiva e il cromatismo accentuato dai chiaroscuri.
La mostra mette in scena alcuni dei migliori allievi della cerchia di Ribera, già citati nelle biografie antiche: con i dipinti di Intesa Sanpaolo, accanto alla Santa Caterina figurano opere di collezioni private napoletane e fiorentine che completano il quadro di una cultura figurativa nata su basi caravaggesche ed evoluta verso forme di raffinato classicismo. Ribera sarà presente in mostra con il Cristo flagellato della Galleria Sabauda di Torino, dipinto tra il secondo e il terzo decennio del Seicento riprendendo un modello già utilizzato per la quadreria dei Gerolamini di Napoli.