Giorgio Morandi
- Exhibition
- 26 May 2000 - 10 September 2000
La mostra, che si tiene dal 26 maggio al 10 settembre 2000, presenterà al pubblico un vasto nucleo di opere (95 dipinti, 35 acqueforti) provenienti da importanti musei italiani e stranieri e da collezioni private, tra cui: Museo dell'Ermitage, S. Pietroburgo; Stedelijk Museum, Amsterdam; Pinacoteca di Brera, Milano; CIMAC, Milano; Fondazione Magnani Rocca, Mamiano (Parma), MART, Trento; Museo Morandi, Bologna, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Roma.
L'estensione dell'orizzonte creativo di Morandi e la ricchezza dei suoi approdi espressivi sono tali da consentire diverse angolazioni di lettura, quali questa mostra -la prima di ampio respiro a venire ordinata in uno spazio pubblico a Torino- si propone di suggerire, con l'intendimento di offrire testimonianza della dialettica che sostiene la ricerca dell'autore, a partire dagli anni Venti, sino alla fine della sua esperienza di pittore.
La mostra prende avvio dal momento in cui, tra il 1920 e il 1921, conclusasi la partecipazione alla vicenda di "Valori Plastici", tornato a misurasi nuovamente con il dato di natura, Morandi avvia il suo più personale cammino, costituendo passo a passo l'identità della propria visione poetica. E' allora che l'immaginazione morandiana inizia ad alternare visioni che sembrano voler dissolvere l'ordine delle certezze formali e, per contro, opere tese a riconfermare il primato della forma, attraverso la composizione e le cadenze spaziali della luce e dell'ombra.
La mostra è stata realizzata con il contributo della Fondazione CRT .
Biografia
1890: Giorgio Morandi nasce a Bologna il 20 luglio in una famiglia della piccola borghesia cittadina. Primo di cinque figli sarà fondamentale per tutta la vita la vicinanza delle tre sorelle.
1906: lavora per quasi un anno presso l'ufficio commerciale del padre, dimostrando nonostante tutto una precoce predisposizione artistica.
1907-1913: frequenta l'Accademia delle Belle Arti di Bologna: Alla data del diploma, nel 1913, hanno già visto la luce le sue prime prove significative; sono infatti del 1910 i primi esperimenti pittorici di studente d'Accademia e del 1911 la composizione Paesaggio per cui Cesare Brandi parlerà di "cielo vasto di solitudine senza approdi".
In questi anni di formazione sono molti i suoi riferimenti artistici: da Cézanne a Rousseau, da Picasso a Dérain che conosce attraverso riproduzioni apparse su riviste specializzate. In parallelo sviluppa l'interesse per la grande arte italiana del passato: nel 1910 si reca a Firenze dove ammira i capolavori di Giotto, Masaccio, Paolo Uccello.
Gli amici di questi anni sono Osvaldo Licini, suo compagno d'Accademia, Severo Pozzati, Mario Bacchelli e Giacomo Vespignani di Lugo.
1913: dipinge i primi Paesaggi a Grizzana e i Fiori di campo della collezione Mattioli.
1914: ai primi di gennaio visita l'Esposizione di Pittura Futurista di Lacerba a Firenze. Il 20 gennaio partecipa alla serata futurista al Teatro del Corso a Bologna dove incontra per la prima volta Carrà e Boccioni. Il 21 e 22 marzo espone con gli amici Mario Bacchelli, Osvaldo Licini, Severo Pozzati e Giacomo Vespignani all'albergo Baglioni di Bologna. Dal 13 aprile al 25 maggio espone a Roma nella prima "Esposizione libera futurista" accanto a Depero, Bacchelli, Sironi, Prampolini, Gino Rossi, Zanini, Rosai, Martini, Griselli, Archipenko, De Fiori. E' presente anche alla "Seconda esposizione della Secessione".
1915: dipinge le Nature Morte della collezione Mattioli e della raccolta Grosso. Entra nel Secondo Reggimento Granatieri a Parma, ma, dopo un mese e mezzo, in seguito ad una grave malattia viene riformato.
1919-1920: si apre la stagione metafisica, a cui appartengono una decina di opere del 1918-1919. Nei dipinti composti tra la metà del 1918 e i primi mesi del 1919 assoluto è il rigore, l'aspirazione a una verità primaria, mentre viene raggiunta compiutamente la sintesi formale degli oggetti. Il 18 marzo 1918 appare sul quotidiano romano "Il Tempo" il primo articolo monografico su Morandi, firmato da Riccardo Bacchelli, che testimonia un nuovo interesse per il giovane pittore.
Alla fine del 1918 conosce Mario Broglio, con il quale stipula un contratto nel 1919 che varrà fino al 1924: l'accostarsi al gruppo di "Valori Plastici" e lavorare con loro, sarà per lui "respirare saggezza a pieni polmoni".
1921-1922: nel marzo 1921 Broglio organizza alla Galleria d'Arte Moderna di Berlino una mostra con opere degli artisti di "Valori Plastici". Seguiranno altre esposizioni del gruppo a Dresda, Hannover e Monaco e l'anno seguente a Firenze con la presentazione dell'opera di Morandi in catalogo di Giorgio de Chirico, al quale si deve la famosa frase: "Egli partecipa in tal modo del grande lirismo creato dall'ultima profonda arte europea: la metafisica degli oggetti più comuni".
1922-1925: di questi anni è una serie di Paesaggi luminosi dei quali Vitali sostiene "non sarebbero comprensibili senza l'esempio di Corot e non soltanto per le sue soluzioni rigorosamente tonali".
1926-1930: gli è affidato l'incarico di Direttore delle scuole elementari di alcuni comuni della provincia di Reggio Emilia e di Modena, che terrà per due anni, Non resta escluso dai fatti salienti del dibattito culturale: è presente alle due mostre del Novecento italiano alla Permanente di Milano nel 1926 e nel 1929 invia le sue opere in diverse rassegne. Queste figurano alla mostra della Galleria Bonaparte a Parigi (dicembre 1929), a Basilea (gennaio-febbraio 1930) e a Berna (marzo-maggio 1930), a Buenos Aires e in altre città brasiliane ancora nel 1930. Ha inizio una intensa attività incisoria che durerà tutto il 1933. Nel 1928 partecipa alla XVI Biennale di Venezia con quattro acqueforti e una cartella di incisioni; nel 1930, sempre per la Biennale, realizza due acqueforti e quattro dipinti.
Nel 1930 gli è assegnata per chiara fama la Cattedra di tecnica dell'incisione all'Accademoia di Belle Arti di Bologna, che manterrà fino al 1956.
1932-1935: nel marzo 1932 l'intero numero de "L'italiano" è dedicato Morandi con un importante testo critico di Ardengo Soffici e la riproduzione di numerose opere. Si avvia così la cosacrazione che negli anni seguenti sarà confermata da numerosi riconoscimenti critici, a costruire quell'immagine ufficiale non più messa in discussione. Alla Biennale del 1934 presenta due Nature Morte all' acquaforte. Nel 1935 è invitato alla Seconda Quadriennale d'Arte Nazionale a Roma; vi partecipa con quattro dipinti e due acqueforti. Inizia a frequentare Roberto Longhi, che giunge a Bologna nel 1934.
1939: alla terza edizione della Quadriennale romana esplode il "caso Morandi". Gli viene dedicata un'intera sala con quarantadue oli, due disegni e dodici acqueforti, e ottiene il secondo premio per la pittura, decisione che scatenerà una serie di polemiche sull'attribuzione del primo premio e sul valore intrinseco dell'opera morandiana. Morandi è appoggiato da studiosi di grande valore, come Roberto Longhi, Cesare Brandi, Giulio Carlo Argan, Giuseppe Marchiori.
1940-1945: alla "Mostra del Collezionista" di Cortina d'Ampezzo del '41 ottiene il primo premio la Natura Morta del 1935 di proprietà di Enrico Valsecchi. Dal 1943 si trasferisce, per sfollamento di guerra, a Grizzana, dove svolge un'intensa attività, dipingendo numerosi Paesaggi che, secondo Solmi, vedono scoprire i "bianchi stupendi delle case toccate dal sole, preludio delle vedute di Grizzana degli ultimi anni". Nel 1944 la sua attività subisce un arresto a causa degli avvenimenti bellici: dipinge poche opere, qualche Paesaggio e alcune Nature morte. Dal 21 aprile al 3 maggio 1945 è allestita alla Galleria del Fiore di Firenze una mostra che riunisce 21 dipinti di raccolte private fiorentine, con un importante saggio di presentazione di Roberto Longhi.
1948: è nominato Accademico Nazionale di San Luca a Roma. Partecipa alla XXIV Biennale di Venezia, per la mostra dedicata alla pittura Metafisica, con 11 dipinti e la presentazione di Francesco Arcangeli. Sono presenti anche De Chirico e Carrà. Viene assegnato a Morandi da parte della Giuria Internazionale il Premio del Comune di Venezia per un pittore italiano. Nello stesso anno presenta una personale delle incisioni alla Calcografia Nazionale di Roma. Morandi gode in questo periodo del favore dei più esclusivi ambienti internazionali e alcune opere sono ospitate in prestigiose rassegne del Nord Europa e negli Stati Uniti.
1955-1950: nel 1950 è presente con sei dipinti al Musée National d'Art Moderne di Parigi e con 15 opere alla "Modern Italian Art" organizzata dal The Arts Britisch Council alla Tate Gallery di Londra, inoltre con un gruppo di acqueforti alla "Prima mostra internazionale del Bianco e Nero" di Lugano.
Nel 1952 è chiamato a far parte dell'Accademia Svedese e nel 1953 gli viene conferito il Gran Premio dell'incisione alla seconda Biennale del Museo d'Arte Moderna di San Paolo del Brasile. L'anno successivo espone in una personale al Gemeentemuseum dell'Aja 63 dipinti e 43 acqueforti, e al The Arts Council of Great Britain di Londra 59 dipinti e 41 acqueforti.
1955-1957: la considerazione e la stima critica che il maestro ha ottenuto a livello internazionale è confermata nel 1957, quando ottiene il Gran Premio per la pittura alla quarta Biennale Internazionale di San Paolo del Brasile. Espone a Monaco 6 dipinti e 6 acqueforti in una mostra di arte italiana dal 1910 a Monaco di Baviera, e la World House Galleries di New York gli organizza una retrospettiva con 35 dipinti, 2 acquerelli, 10 disegni e 13 acqueforti. Einaudi pubblica nello stesso anno L'opera grafica, con cento esemplari speciali corredati da un'incisione.
1962: gli viene conferito il Premio Rubens per la pittura. In concomitanza con la XXXI Biennale di Venezia espone tre dipinti a Ca' Pesaro per la mostra "Grandi premi della Biennale tra il 1948 e il 1960".
1963: il Comune di Bologna gli conferisce l'Archiginnaso d'oro. Nel novembrre la Galerie Krugier di Ginevra organizza una mostra personale. Nello stesso mese porta a termine a Grizzana il suo ultimo paesaggio.
1964: in febbraio firma la sua ultima tela poco prima di ritirarsi nella sua casa di Bologna che non lascerà più. Muore il 18 giugno.
L'estensione dell'orizzonte creativo di Morandi e la ricchezza dei suoi approdi espressivi sono tali da consentire diverse angolazioni di lettura, quali questa mostra -la prima di ampio respiro a venire ordinata in uno spazio pubblico a Torino- si propone di suggerire, con l'intendimento di offrire testimonianza della dialettica che sostiene la ricerca dell'autore, a partire dagli anni Venti, sino alla fine della sua esperienza di pittore.
La mostra prende avvio dal momento in cui, tra il 1920 e il 1921, conclusasi la partecipazione alla vicenda di "Valori Plastici", tornato a misurasi nuovamente con il dato di natura, Morandi avvia il suo più personale cammino, costituendo passo a passo l'identità della propria visione poetica. E' allora che l'immaginazione morandiana inizia ad alternare visioni che sembrano voler dissolvere l'ordine delle certezze formali e, per contro, opere tese a riconfermare il primato della forma, attraverso la composizione e le cadenze spaziali della luce e dell'ombra.
La mostra è stata realizzata con il contributo della Fondazione CRT .
Biografia
1890: Giorgio Morandi nasce a Bologna il 20 luglio in una famiglia della piccola borghesia cittadina. Primo di cinque figli sarà fondamentale per tutta la vita la vicinanza delle tre sorelle.
1906: lavora per quasi un anno presso l'ufficio commerciale del padre, dimostrando nonostante tutto una precoce predisposizione artistica.
1907-1913: frequenta l'Accademia delle Belle Arti di Bologna: Alla data del diploma, nel 1913, hanno già visto la luce le sue prime prove significative; sono infatti del 1910 i primi esperimenti pittorici di studente d'Accademia e del 1911 la composizione Paesaggio per cui Cesare Brandi parlerà di "cielo vasto di solitudine senza approdi".
In questi anni di formazione sono molti i suoi riferimenti artistici: da Cézanne a Rousseau, da Picasso a Dérain che conosce attraverso riproduzioni apparse su riviste specializzate. In parallelo sviluppa l'interesse per la grande arte italiana del passato: nel 1910 si reca a Firenze dove ammira i capolavori di Giotto, Masaccio, Paolo Uccello.
Gli amici di questi anni sono Osvaldo Licini, suo compagno d'Accademia, Severo Pozzati, Mario Bacchelli e Giacomo Vespignani di Lugo.
1913: dipinge i primi Paesaggi a Grizzana e i Fiori di campo della collezione Mattioli.
1914: ai primi di gennaio visita l'Esposizione di Pittura Futurista di Lacerba a Firenze. Il 20 gennaio partecipa alla serata futurista al Teatro del Corso a Bologna dove incontra per la prima volta Carrà e Boccioni. Il 21 e 22 marzo espone con gli amici Mario Bacchelli, Osvaldo Licini, Severo Pozzati e Giacomo Vespignani all'albergo Baglioni di Bologna. Dal 13 aprile al 25 maggio espone a Roma nella prima "Esposizione libera futurista" accanto a Depero, Bacchelli, Sironi, Prampolini, Gino Rossi, Zanini, Rosai, Martini, Griselli, Archipenko, De Fiori. E' presente anche alla "Seconda esposizione della Secessione".
1915: dipinge le Nature Morte della collezione Mattioli e della raccolta Grosso. Entra nel Secondo Reggimento Granatieri a Parma, ma, dopo un mese e mezzo, in seguito ad una grave malattia viene riformato.
1919-1920: si apre la stagione metafisica, a cui appartengono una decina di opere del 1918-1919. Nei dipinti composti tra la metà del 1918 e i primi mesi del 1919 assoluto è il rigore, l'aspirazione a una verità primaria, mentre viene raggiunta compiutamente la sintesi formale degli oggetti. Il 18 marzo 1918 appare sul quotidiano romano "Il Tempo" il primo articolo monografico su Morandi, firmato da Riccardo Bacchelli, che testimonia un nuovo interesse per il giovane pittore.
Alla fine del 1918 conosce Mario Broglio, con il quale stipula un contratto nel 1919 che varrà fino al 1924: l'accostarsi al gruppo di "Valori Plastici" e lavorare con loro, sarà per lui "respirare saggezza a pieni polmoni".
1921-1922: nel marzo 1921 Broglio organizza alla Galleria d'Arte Moderna di Berlino una mostra con opere degli artisti di "Valori Plastici". Seguiranno altre esposizioni del gruppo a Dresda, Hannover e Monaco e l'anno seguente a Firenze con la presentazione dell'opera di Morandi in catalogo di Giorgio de Chirico, al quale si deve la famosa frase: "Egli partecipa in tal modo del grande lirismo creato dall'ultima profonda arte europea: la metafisica degli oggetti più comuni".
1922-1925: di questi anni è una serie di Paesaggi luminosi dei quali Vitali sostiene "non sarebbero comprensibili senza l'esempio di Corot e non soltanto per le sue soluzioni rigorosamente tonali".
1926-1930: gli è affidato l'incarico di Direttore delle scuole elementari di alcuni comuni della provincia di Reggio Emilia e di Modena, che terrà per due anni, Non resta escluso dai fatti salienti del dibattito culturale: è presente alle due mostre del Novecento italiano alla Permanente di Milano nel 1926 e nel 1929 invia le sue opere in diverse rassegne. Queste figurano alla mostra della Galleria Bonaparte a Parigi (dicembre 1929), a Basilea (gennaio-febbraio 1930) e a Berna (marzo-maggio 1930), a Buenos Aires e in altre città brasiliane ancora nel 1930. Ha inizio una intensa attività incisoria che durerà tutto il 1933. Nel 1928 partecipa alla XVI Biennale di Venezia con quattro acqueforti e una cartella di incisioni; nel 1930, sempre per la Biennale, realizza due acqueforti e quattro dipinti.
Nel 1930 gli è assegnata per chiara fama la Cattedra di tecnica dell'incisione all'Accademoia di Belle Arti di Bologna, che manterrà fino al 1956.
1932-1935: nel marzo 1932 l'intero numero de "L'italiano" è dedicato Morandi con un importante testo critico di Ardengo Soffici e la riproduzione di numerose opere. Si avvia così la cosacrazione che negli anni seguenti sarà confermata da numerosi riconoscimenti critici, a costruire quell'immagine ufficiale non più messa in discussione. Alla Biennale del 1934 presenta due Nature Morte all' acquaforte. Nel 1935 è invitato alla Seconda Quadriennale d'Arte Nazionale a Roma; vi partecipa con quattro dipinti e due acqueforti. Inizia a frequentare Roberto Longhi, che giunge a Bologna nel 1934.
1939: alla terza edizione della Quadriennale romana esplode il "caso Morandi". Gli viene dedicata un'intera sala con quarantadue oli, due disegni e dodici acqueforti, e ottiene il secondo premio per la pittura, decisione che scatenerà una serie di polemiche sull'attribuzione del primo premio e sul valore intrinseco dell'opera morandiana. Morandi è appoggiato da studiosi di grande valore, come Roberto Longhi, Cesare Brandi, Giulio Carlo Argan, Giuseppe Marchiori.
1940-1945: alla "Mostra del Collezionista" di Cortina d'Ampezzo del '41 ottiene il primo premio la Natura Morta del 1935 di proprietà di Enrico Valsecchi. Dal 1943 si trasferisce, per sfollamento di guerra, a Grizzana, dove svolge un'intensa attività, dipingendo numerosi Paesaggi che, secondo Solmi, vedono scoprire i "bianchi stupendi delle case toccate dal sole, preludio delle vedute di Grizzana degli ultimi anni". Nel 1944 la sua attività subisce un arresto a causa degli avvenimenti bellici: dipinge poche opere, qualche Paesaggio e alcune Nature morte. Dal 21 aprile al 3 maggio 1945 è allestita alla Galleria del Fiore di Firenze una mostra che riunisce 21 dipinti di raccolte private fiorentine, con un importante saggio di presentazione di Roberto Longhi.
1948: è nominato Accademico Nazionale di San Luca a Roma. Partecipa alla XXIV Biennale di Venezia, per la mostra dedicata alla pittura Metafisica, con 11 dipinti e la presentazione di Francesco Arcangeli. Sono presenti anche De Chirico e Carrà. Viene assegnato a Morandi da parte della Giuria Internazionale il Premio del Comune di Venezia per un pittore italiano. Nello stesso anno presenta una personale delle incisioni alla Calcografia Nazionale di Roma. Morandi gode in questo periodo del favore dei più esclusivi ambienti internazionali e alcune opere sono ospitate in prestigiose rassegne del Nord Europa e negli Stati Uniti.
1955-1950: nel 1950 è presente con sei dipinti al Musée National d'Art Moderne di Parigi e con 15 opere alla "Modern Italian Art" organizzata dal The Arts Britisch Council alla Tate Gallery di Londra, inoltre con un gruppo di acqueforti alla "Prima mostra internazionale del Bianco e Nero" di Lugano.
Nel 1952 è chiamato a far parte dell'Accademia Svedese e nel 1953 gli viene conferito il Gran Premio dell'incisione alla seconda Biennale del Museo d'Arte Moderna di San Paolo del Brasile. L'anno successivo espone in una personale al Gemeentemuseum dell'Aja 63 dipinti e 43 acqueforti, e al The Arts Council of Great Britain di Londra 59 dipinti e 41 acqueforti.
1955-1957: la considerazione e la stima critica che il maestro ha ottenuto a livello internazionale è confermata nel 1957, quando ottiene il Gran Premio per la pittura alla quarta Biennale Internazionale di San Paolo del Brasile. Espone a Monaco 6 dipinti e 6 acqueforti in una mostra di arte italiana dal 1910 a Monaco di Baviera, e la World House Galleries di New York gli organizza una retrospettiva con 35 dipinti, 2 acquerelli, 10 disegni e 13 acqueforti. Einaudi pubblica nello stesso anno L'opera grafica, con cento esemplari speciali corredati da un'incisione.
1962: gli viene conferito il Premio Rubens per la pittura. In concomitanza con la XXXI Biennale di Venezia espone tre dipinti a Ca' Pesaro per la mostra "Grandi premi della Biennale tra il 1948 e il 1960".
1963: il Comune di Bologna gli conferisce l'Archiginnaso d'oro. Nel novembrre la Galerie Krugier di Ginevra organizza una mostra personale. Nello stesso mese porta a termine a Grizzana il suo ultimo paesaggio.
1964: in febbraio firma la sua ultima tela poco prima di ritirarsi nella sua casa di Bologna che non lascerà più. Muore il 18 giugno.