Enrico Gamba tra purismo e accademia
- Exhibition
- 9 February 2010 - 23 May 2010
a cura di Virginia Bertone
Wunderkammer - primo piano
Il secondo appuntamento nella Wunderkammer della GAM è dedicato al significato assunto dal disegno nella pratica artistica di metà Ottocento attraverso un esempio di particolare pregio: il nucleo di disegni realizzati da Enrico Gamba che documentano la progressiva messa a fuoco dei personaggi destinati alla grande composizione I funerali di Tiziano del 1855, il dipinto che ne consacrò la fama a soli ventiquattro anni. Il soggetto dell’opera, di proprietà del Museo ed esposta nel percorso dedicato al Genere, è tratto da Le Maraviglie dell’arte ovvero le vite degli illustri pittori veneti di Carlo Ridolfi che narra, seppure senza fondamento storico, di come durante la peste del 1576 la Repubblica Veneta avesse concesso un’eccezione al divieto che bandiva ogni assembramento, per celebrare con i dovuti onori i funerali di Tiziano, anch’egli colpito dal morbo.
Gamba rappresentò la scena come una solenne processione di gondole, cui prendono parte numerosi gruppi di persone tra cui gli artisti che di Tiziano erano stati allievi, e la ambientò sul Canal Grande entro i punti di fuga del campanile di San Barnaba a sinistra e a destra della basilica dei Frari, dove l’artista è sepolto.
La scelta dei disegni preparatori testimonia il lavoro condotto da Gamba per la definizione dei volti e di talune posture, studiate prima sul corpo nudo e poi abbigliato secondo la tradizione neoclassica, come nel caso dello Studio per il monatto inginocchiato; gli studi di figura venivano spesso integrati da minuziose analisi per definire i gesti compiuti dalle mani: una ricerca di verità che ne rivela le eccellenti doti di disegnatore. Alla descrizione del primo piano si lega lo Studio per la madre piangente che rievoca la memoria manzoniana della madre di Cecilia con l’allusione al corpo del bambino tra gli appestati. In questo caso, così come nello Studio per il patrizio seduto - che è parte dei nobiluomini posti nella gondola più lontana - si tratta di disegni ormai definitivi che verranno trasposti in modo puntuale, mentre lo Studio per la salma di Tiziano presenta delle correzioni sia nella posizione della mano sia nella definizione degli abiti.
Analogamente lo Studio per la testa del giovane gondoliere coincide con quella dell’elegante giovanotto con farsetto e mantellina che conduce l’imbarcazione dei frati minori conventuali, mentre una fase precedente viene restituita dalle varianti dello Studio di figura maschile di spalle in abito rinascimentale, in cui Gamba si avvale del carboncino per studiare l’atteggiamento del corpo, il ricadere del costume e l’impugnatura del remo grazie all’espediente di un tendaggio trattenuto dal modello. Non mancano infine superbe soluzioni scartate, come nel caso della Testa di giovinetto con berretta damascata, dove la tagliente precisione del segno è esaltata dalle parti non finite.
A completare la selezione sono alcuni paesaggi e la descrizione del Cortile del Palazzo del Bargello a Firenze, che testimonia i precoci interessi storicistici di Gamba, e ancora due ritratti: uno dedicato all’amico fraterno, Frederic Leighton, qui raffigurato con l’intensità di una figura biblica che rinvia ad un Davide rappresentato dall’artista inglese e l’altro del fratello Alberto, che fu docente di anatomia artistica presso l’Accademia Albertina di Torino.
I disegni appartengono alle collezioni della GAM e sono parte di un fondo di circa settanta disegni e alcuni taccuini giunti grazie alle donazioni di Carlotta Rambaldi Litt, vedova Gamba nel 1899, e di Virginia Callery vedova Calandra, nel 1920.
Wunderkammer - primo piano
Il secondo appuntamento nella Wunderkammer della GAM è dedicato al significato assunto dal disegno nella pratica artistica di metà Ottocento attraverso un esempio di particolare pregio: il nucleo di disegni realizzati da Enrico Gamba che documentano la progressiva messa a fuoco dei personaggi destinati alla grande composizione I funerali di Tiziano del 1855, il dipinto che ne consacrò la fama a soli ventiquattro anni. Il soggetto dell’opera, di proprietà del Museo ed esposta nel percorso dedicato al Genere, è tratto da Le Maraviglie dell’arte ovvero le vite degli illustri pittori veneti di Carlo Ridolfi che narra, seppure senza fondamento storico, di come durante la peste del 1576 la Repubblica Veneta avesse concesso un’eccezione al divieto che bandiva ogni assembramento, per celebrare con i dovuti onori i funerali di Tiziano, anch’egli colpito dal morbo.
Gamba rappresentò la scena come una solenne processione di gondole, cui prendono parte numerosi gruppi di persone tra cui gli artisti che di Tiziano erano stati allievi, e la ambientò sul Canal Grande entro i punti di fuga del campanile di San Barnaba a sinistra e a destra della basilica dei Frari, dove l’artista è sepolto.
La scelta dei disegni preparatori testimonia il lavoro condotto da Gamba per la definizione dei volti e di talune posture, studiate prima sul corpo nudo e poi abbigliato secondo la tradizione neoclassica, come nel caso dello Studio per il monatto inginocchiato; gli studi di figura venivano spesso integrati da minuziose analisi per definire i gesti compiuti dalle mani: una ricerca di verità che ne rivela le eccellenti doti di disegnatore. Alla descrizione del primo piano si lega lo Studio per la madre piangente che rievoca la memoria manzoniana della madre di Cecilia con l’allusione al corpo del bambino tra gli appestati. In questo caso, così come nello Studio per il patrizio seduto - che è parte dei nobiluomini posti nella gondola più lontana - si tratta di disegni ormai definitivi che verranno trasposti in modo puntuale, mentre lo Studio per la salma di Tiziano presenta delle correzioni sia nella posizione della mano sia nella definizione degli abiti.
Analogamente lo Studio per la testa del giovane gondoliere coincide con quella dell’elegante giovanotto con farsetto e mantellina che conduce l’imbarcazione dei frati minori conventuali, mentre una fase precedente viene restituita dalle varianti dello Studio di figura maschile di spalle in abito rinascimentale, in cui Gamba si avvale del carboncino per studiare l’atteggiamento del corpo, il ricadere del costume e l’impugnatura del remo grazie all’espediente di un tendaggio trattenuto dal modello. Non mancano infine superbe soluzioni scartate, come nel caso della Testa di giovinetto con berretta damascata, dove la tagliente precisione del segno è esaltata dalle parti non finite.
A completare la selezione sono alcuni paesaggi e la descrizione del Cortile del Palazzo del Bargello a Firenze, che testimonia i precoci interessi storicistici di Gamba, e ancora due ritratti: uno dedicato all’amico fraterno, Frederic Leighton, qui raffigurato con l’intensità di una figura biblica che rinvia ad un Davide rappresentato dall’artista inglese e l’altro del fratello Alberto, che fu docente di anatomia artistica presso l’Accademia Albertina di Torino.
I disegni appartengono alle collezioni della GAM e sono parte di un fondo di circa settanta disegni e alcuni taccuini giunti grazie alle donazioni di Carlotta Rambaldi Litt, vedova Gamba nel 1899, e di Virginia Callery vedova Calandra, nel 1920.