DIALOGHIJAMES BROWN. Firmament Ultima settimana per visitare la mostra!
- Exhibition
- 25 November 2011 - 12 February 2012
La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino inaugura, con la personale dell’artista americano James Brown, un nuovo progetto espositivo e di ricerca scientifica sulle proprie collezioni permanenti, aprendo un dialogo con artisti affermati e attivi sulla scena contemporanea internazionale.
Con il titolo Dialoghi la GAM intende accogliere con cadenza annuale un artista, invitato a realizzare una mostra nella quale le sue opere possano relazionarsi con una scelta di capolavori del patrimonio del Museo. L’artista è guidato, nella fase di studio e analisi delle opere, dal dipartimento curatoriale, che lavora in stretta collaborazione all’ideazione del percorso espositivo. Lo scopo è quello di creare, all’interno della mostra, delicate connessioni e suggestioni inedite tra le opere scelte della collezione e i lavori dell’artista coinvolto. Ciascuna esposizione sarà accompagnata da una pubblicazione, che documenterà il lavoro scientifico svolto per la realizzazione del progetto e presenterà apparati critici di approfondimento inerenti alla produzione dell’artista invitato.
James Brown (Los Angeles, 1951) presenta alla GAM, per la prima volta in Italia, la serie Firmament realizzata tra il 2007 e il 2010, costituita da nove dipinti di grande formato e numerosi studi preparatori. La serie è il risultato di una profonda ricerca che affonda le radici in molteplici riferimenti culturali: dalla teorizzazione storico-artistica di Vassilij Kandiskij in Lo spirituale nell’arte, alla Suite The Planets del compositore inglese Gustave Holst fino al poema letterario The Cosmos Trilogy dello scrittore americano Frederick Seidel.
James Brown si è formato tra Parigi e gli Stati Uniti negli anni ’70. La sua carriera ha avvio negli anni Ottanta, con l’esposizione a New York nella galleria di Tony Shafrazi, insieme agli artisti della scuola dell’East Village, avvicinandosi all’esperienza dei graffitisti quali Basquiat e Haring. Negli stessi anni in Europa il gallerista Lucio Amelio lo invita a prendere parte nel progetto Terrae Motus, mentre a New York inizia una collaborazione con Leo Castelli. Nell’opera di Brown è ravvisabile l’influenza dei grandi maestri dell’astrazione e del pensiero gestuale quali Rothko, Tapies, Twombly.
La GAM, proseguendo nella collaborazione con figure internazionali di rilievo, ha affidato un testo-intervista in catalogo ad Alan Jones, scrittore newyorkese che vive e lavora a Venezia, uno dei più importanti cronisti della storia dell’arte della nostra epoca. Grande esperto della Pop Art, è autore della recente biografia Leo Castelli. L'italiano che inventò l'arte in America (2007).
Con il titolo Dialoghi la GAM intende accogliere con cadenza annuale un artista, invitato a realizzare una mostra nella quale le sue opere possano relazionarsi con una scelta di capolavori del patrimonio del Museo. L’artista è guidato, nella fase di studio e analisi delle opere, dal dipartimento curatoriale, che lavora in stretta collaborazione all’ideazione del percorso espositivo. Lo scopo è quello di creare, all’interno della mostra, delicate connessioni e suggestioni inedite tra le opere scelte della collezione e i lavori dell’artista coinvolto. Ciascuna esposizione sarà accompagnata da una pubblicazione, che documenterà il lavoro scientifico svolto per la realizzazione del progetto e presenterà apparati critici di approfondimento inerenti alla produzione dell’artista invitato.
James Brown (Los Angeles, 1951) presenta alla GAM, per la prima volta in Italia, la serie Firmament realizzata tra il 2007 e il 2010, costituita da nove dipinti di grande formato e numerosi studi preparatori. La serie è il risultato di una profonda ricerca che affonda le radici in molteplici riferimenti culturali: dalla teorizzazione storico-artistica di Vassilij Kandiskij in Lo spirituale nell’arte, alla Suite The Planets del compositore inglese Gustave Holst fino al poema letterario The Cosmos Trilogy dello scrittore americano Frederick Seidel.
James Brown si è formato tra Parigi e gli Stati Uniti negli anni ’70. La sua carriera ha avvio negli anni Ottanta, con l’esposizione a New York nella galleria di Tony Shafrazi, insieme agli artisti della scuola dell’East Village, avvicinandosi all’esperienza dei graffitisti quali Basquiat e Haring. Negli stessi anni in Europa il gallerista Lucio Amelio lo invita a prendere parte nel progetto Terrae Motus, mentre a New York inizia una collaborazione con Leo Castelli. Nell’opera di Brown è ravvisabile l’influenza dei grandi maestri dell’astrazione e del pensiero gestuale quali Rothko, Tapies, Twombly.
La GAM, proseguendo nella collaborazione con figure internazionali di rilievo, ha affidato un testo-intervista in catalogo ad Alan Jones, scrittore newyorkese che vive e lavora a Venezia, uno dei più importanti cronisti della storia dell’arte della nostra epoca. Grande esperto della Pop Art, è autore della recente biografia Leo Castelli. L'italiano che inventò l'arte in America (2007).